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Uomo - donna: l’un contro l’altra armati…
Pubblicato lunedì 10 marzo 2014 alle 21:49:21 - By Romano Garofalo
Festa della donna. In questo particolare giorno le attestazioni di stima e di comprensione dei maschietti nei confronti del gentil sesso si sprecano. Le istituzioni, ai massimi livelli, intervengono per testimoniare la loro vicinanza nei confronti delle donne, di tutte le donne.
EX-VOTO
Vignetta di Mario Airaghi
Ma quanto dura questa testimonianza di solidarietà? A giudicare dai giorni successivi, ben poco. “Passata la festa, gabbato lu santu”, dicono in certe regioni del nostro meridione.
Come mai dalle affermazioni di principio vi è poi così grande difficoltà da parte degli uomini di riconoscere la parità dei sessi in ogni campo del vivere civile? Me lo sono sempre chiesto, ma non ho mai trovato una risposta certa. Posso azzardare un’ipotesi: forse perché non vi è mai stata parità tra uomo e donna, nel senso che le donne sono “decisamente superiori”. Vediamo un po’…
- In primo luogo, la donna è la “fonte della vita”. Alla procreazione l’uomo partecipa in maniera marginale, anche se con grande soddisfazione: per lui, soprattutto, perché lei, spesso, si lamenta, e non poco…
- La donna, a meno che non venga messa in una situazione di “sudditanza fisica e psicologica” è autosufficiente, spesso creativa sul lavoro, efficiente nella conduzione familiare, amorevole nell’accudire la prole.
- L’uomo non è affatto autosufficiente. Fuori dall’ambiente di lavoro, ed inserito all’interno delle mura domestiche, appare come un pesce fuor d’acqua: annaspa tra pentole, riordino della casa, amministrazione delle bollette ecc. Persa la sua “colf tuttofare a buon mercato” non è più in grado di gestire la sua quotidianità di vita in maniera razionale e soddisfacente.
Allora, come mai l’uomo ha dominato, nel corso dei secoli, nei confronti di “gentil sesso”? Non per intelligenza, non per sensibilità, non per la capacità di organizzare il proprio sistema di vita, ma per la “prepotenza della forza bruta”. Già, l’uomo è sicuramente più forte della donna ed ha esaltato questa sua capacità di sottomettere il più debole quasi come una “virtù guerriera”, in uno scontro tra avversari “l’un contro l’altro armati”.
9 MARZO
Vignetta di PV-Pietro Vanessi
Nei regimi totalitari la virtù guerriera dell’uomo è sempre stata associata al sesso ed alla figura femminile: “Chi non è buono per il Re, non è buono neppure per la Regina” si diceva, con ciò intendendo che la donna apprezzasse in sommo grado, nel talamo nuziale, la “brutalità sbrigativa” di certi rudi guerrieri.
A nessuno passava per la testa che, forse, mentre quel pirla di un Re, accompagnato dai suoi fidi guerrieri, pirla anche loro, si recava a fare una guerra di conquista, inutile e dannosa, c’era invece chi se ne stava a casa e si sollazzava con la Regina “summo cum gaudio” di entrambi.
Ma forse questo c’entra poco con la festa della donna e con l’atteggiamento “machista” che certi uomini hanno nei loro confronti. O forse si?...