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DONNE DU DU DU di Pietro Vanessi & Lucilla Masini
Sabato 26 novembre • ore 19, Pietro Vanessi & Lucilla Masini presentano: "Donne...
Satirichinson
E' uscito il libro SATIRICHINSON di Mario Airaghi con la saga dei personaggi dalle...
L'Italia in satira, dagli anni '70 ai giorni nostri - Roma - Luglio 2016
Per tutto il mese di Luglio si terrà presso la Biblioteca Marconi di...
Concorso internazionale di satira disegnata a partecipazione gratuita.
Concorso internazionale di satira disegnata a partecipazione gratuita. BANDO DI CONCORSO...
“Il Mondo in una Vignetta” di Ettore Frangipane: Il Presidente Napolitano e Matteo Renzi, ovvero “Dialoghi dei massimi sistemi”…
Pubblicato lunedì 05 gennaio 2015 alle 15:09:00 - By Ettore Frangipane
Il Presidente: Cosa vedi, Matteo?...
Matteo: Mah, non si vede granché bene… ah, sì, ecco, in lontananza intravedo una figura indistinta… sì, ora la vedo meglio: sta confabulando con un barbone del Parco Lambro di Milano… gli sta facendo vedere qualcosa…
Il Presidente, con una certa apprensione: la luce, Matteo, è il salvatore che tutti gli italiani aspettano, e che porta la luce?...
Matteo: più che la luce mi sembra gli stia chiedendo se ha presentato il 740, la dichiarazione dei redditi per la raccolta dei mozziconi di sigaretta nel parco…
Ah, sì, e il barbone cosa risponde? - chiede il presidente con viva e vibrante curiosità.
Matteo: lo sta inseguendo con un nodoso bastone in mano…
Il Presidente, visibilmente deluso: sì, ho capito, non è il portatore di luce, ma Vincenzo Busa, il Presidente di Equitalia…
Matteo, un po’ eccitato: ah, ora il barbone lo ha raggiunto e lo sta prendendo a calci nel sedere… con l’aggiunta di qualche bastonata in testa, e gli sta dicendo qualcosa... lo intuisco dal movimento delle labbra: te lo dò io il 740, te lo dò io il 740, te lo dò io il 740…
Il Presidente: lascia perdere Matteo… piuttosto continua a guardare se finalmente si intravede un po’ di luce, dopo tanta oscurità…
Matteo: c’è uno che avanza lungo il tunnel traballando di qua e di là… deve aver bevuto una birretta di troppo… pronuncia frasi sconnesse e senza senso… “Matteo rendimi il mio partito, rendimi il mio partito…”
Il Presidente lo interrompe: MATTEO, CHI?...
Matteo, visibilmente allarmato: non dire così, Giorgio, che porta sfiga… è Bersani che vuole riprendersi il partito… no, presidente, non è lui che può portare la luce… al massimo ci porta D’Alema per fargli dire qualcosa di sinistra... ma lo fa per farmi un dispetto: vuole dimostrare che, vicino a me, persino D’Alema sembra uno di sinistra…
Improvvisamente: Presidente, Presidente, quello sì che è un portatore di luce - esclama Matteo osservando una figura in lontananza - sta andando di casa in casa e viene accolto con un sorriso, anzi con un vero e proprio “sghignazzamento” di approvazione, da parte delle casalinghe di tutto il paese…
Suvvia, Matteo - smorza i facili entusiasmi, il presidente – anche lui non è un portatore di luce, ma Matteo Salvini che, per dimostrare che è un uomo concreto, fa il piazzista di “tombini di ghisa”...
Ma ecco che Re Giorgio si accorge che sta arrivando qualcuno di gran corsa lungo il tunnel: Scansati Matteo, che sta arrivando un tipo tutto agitato, vestito come l’eroe dei due mondi, Beppe Garibaldi e urla a più non posso: “QUI SI FA L’ITALIA O SI MUORE. È UNA GUERRA, È UNA GUERRA”… e vicino a lui c’è un direttorio che, a comando di un tipo un po’ spiritato e vagamente iettatorio, batte ripetutamente e con grande intensità le mani, in segno di devota ed incondizionata approvazione…
No, Caro Matteo, oggi non è proprio il momento per vedere la luce in fondo al tunnel…
Matteo: è vero, presidente, ma domani è un altro giorno, si riaccende la speranza, il sol dell’avvenire risplenderà su ognuno di noi, ed il cor s’allegra,i giardini saranno in fiore ed esploderanno in mille variopinti colori, sui campi le messi rigogliose sembreranno quasi sorridere ai contadini, il miele scenderà spontaneamente dagli alveari fino alle nostre mense, ricolme di ogni ben di Dio, persino i metalmeccanici dell’Ilva di Taranto, Landini in testa, plaudiranno al governo mentre lavorano il ferro, cantando festosi e perennemente grati…
Il Presidente, mentre se ne va: abbiamo un poeta e fine dicitore come Presidente del consiglio… meno male che io, tra qualche giorno do le dimissioni…