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“Il Mondo in una vignetta” di Roberto Mangosi: processo Fede, Mora e Minetti “a tarallucci e vino”…
Pubblicato venerdì 14 novembre 2014 alle 08:45:39 - By Roberto Mangosi
È sotto gli occhi di tutti, ma non sembra suscitare particolare indignazione o, comunque, una decisa forma di protesta: i processi ai personaggi eccellenti, ai cosiddetti Vip della politica, dell’economia, dell’industria, dello spettacolo, finiscono sempre con pochi anni di carcere, ridotti in appello, per poi essere prescritti o prevedere qualche breve periodo di affidamento ai servizi sociali o di custodia nella propria abitazione (normalmente assai confortevole). Vedi, proprio in questi giorni, la riduzione delle pene a Fede, Mora e Minetti che fa finire il tutto “sostanzialmente a tarallucci e vino”.
In carcere, in Italia, ci vanno solo “i poveri cristi” che non possono permettersi costosi avvocati e non hanno protezioni altolocate. Generalmente per reati minori, di non particolare rilevanza sociale. E tutto ciò non provoca una grande indignazione. Mi chiedo spesso il perché? Forse perché siamo buoni, tolleranti, comprensivi delle umane debolezze oppure, in fondo, assolvendo gli altri assolviamo anche noi stessi?...
Lee Jun-Seok, capitano del traghetto coreano affondato al largo delle coste meridionali della Corea Del Sud, si è beccato 36 anni di carcere per essersi messo precipitosamente in salvo abbandonando al loro destino i passeggeri. Da noi, il comandante Schettino finirà per cavarsela con poco, e magari, approfittando della “notorietà acquisita”, potrà anche lanciare una nuova linea di “Abbigliamento nautico”.
E noi sempre a guardare, senza indignarci più di tanto. Strano paese, il nostro, strano davvero…