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I venditori della politica: breve excursus storico
Pubblicato sabato 29 marzo 2014 alle 13:25:36 - By Romano Garofalo
Vignetta di Mario Airaghi
Sarebbe bello pensare che la storia venga fatta dai pensatori, dagli intellettuali, dagli scrittori, dai filosofi ecc., ma purtroppo non è così: la storia è fatta dai “venditori”, cioè da tutti coloro che si rivelano abili nel vendere la loro merce, buona o cattiva che sia. Per costoro la verità è spesso un optional: ciò che conta è il modo con cui riescono a vendere, a persuadere, cercando di farti acquistare il loro prodotto con atteggiamento acritico, senza un’adeguata e corretta valutazione.
Naturalmente vi sono differenze, anche notevoli, tra i vari venditori che si sono succeduti nel corso della storia. Grandi venditori sono stati i dittatori. Ad esempio, Benito Mussolini, quando dal famoso balcone vendeva la sua merce, quasi sempre di pessima qualità, al popolo sottostante, plaudente ed osannante, è stato sicuramente un grande venditore.
Poi dai balconi si è passati ai palchi in piazza delle democrazie ma, anche in questo caso, gli oratori che si succedevano erano anch’essi dei venditori, studiavano il modo di porgersi, l’arte oratoria, le argomentazioni , così da “convincere”, che era poi uno sistema meno autoritario di vendere.
Infine si è arrivati ai “venditori televisivi”. In questo furono certamente maestri gli Americani. Se così non fosse, non si capirebbe come mai un personaggio come George W. Bush sia stato eletto per ben due volte alla presidenza degli Stati Uniti. Diciamo la verità, da uno come lui non si dovrebbe comperare, non solo un’ auto usata, ma neppure un pezzo di ricambio.
Ed eccoci arrivati al più grande venditore italiano, Silvio Berlusconi che, sulla scia dell’insegnamento USA, utilizzando le sue TV, ci ha “piazzato” per vent’anni la sua merce…ed ora sembra sia comparso sulla scena anche un suo degno erede: speriamo non superi il maestro…Dunque, se lo scenario è questo, come ci possiamo difendere? A scelta:
- La soluzione che potrebbe sembrare la più semplice e naturale sarebbe quella di spegnere la TV ogniqualvolta compare un “piazzista politico”, ma non funziona: viviamo nella multimedialità cosicché il nostro piazzista, se non passa dalla porta, potrebbe passare dalla finestra…
- Si potrebbe registrare il discorso del piazzista politico, inserirlo in un decodificatore e cercare di dividere “le balle dalla verità”, in modo da avere una rappresentazione abbastanza veritiera delle cose. Ma anche questo potrebbe non servire perché il decodificatore potrebbe vendertelo lo stesso piazzista e, quindi, lo può manipolare a piacere.
- Cosa vi rimane? Forse niente, ma potete sempre mandare “affanculo” il vostro piazzista ogniqualvolta lo vedete in TV. Politicamente serve a poco ma, almeno, gli fate civilmente capire che siete in profondo disaccordo…