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DONNE DU DU DU di Pietro Vanessi & Lucilla Masini
Sabato 26 novembre • ore 19, Pietro Vanessi & Lucilla Masini presentano: "Donne...
Satirichinson
E' uscito il libro SATIRICHINSON di Mario Airaghi con la saga dei personaggi dalle...
L'Italia in satira, dagli anni '70 ai giorni nostri - Roma - Luglio 2016
Per tutto il mese di Luglio si terrà presso la Biblioteca Marconi di...
Concorso internazionale di satira disegnata a partecipazione gratuita.
Concorso internazionale di satira disegnata a partecipazione gratuita. BANDO DI CONCORSO...
I tre santi…
Pubblicato mercoledì 07 settembre 2016 alle 08:33:09 - By Marco Vuchich
Vignetta di Vukic
Dopo Madre Teresa di Calcutta, recentemente fatta santa da Papa Francesco, ecco che un altro santo è in predicato di assurgere agli onori degli altari: San Matteo di Firenze.
Ma anche in questo caso la Chiesa, sempre prudente in fatto di presunta santità, richiede due miracoli, certificati come la posta elettronica.
Di conseguenza il nostro futuro San Matteo ha pensato bene di analizzare un “caso di studio” di un altro personaggio in odore di Santità: San Beppe di Genova, che ha già compiuto il suo primo miracolo e si accinge a compiere il secondo.
- Infatti San Beppe ha preso un manipolo di quasi sfaccendati, disoccupati, spesso senza “arte ne parte” e, con una manciata di voti (gli amici del bar sotto casa, il bottegaio di fiducia, i compagni di calcetto ecc) li ha catapultati nel Parlamento della Repubblica.
- Ed ora si accinge a compiere il suo secondo miracolo: trasformare in uno statista e futuro Presidente del Consiglio, uno studente universitario fuori corso, ex riparatore di computer, un tal Gigino di Maio (come ormai affettuosamente lo chiamano i suoi fans grillini…)
Confortato, pertanto, da siffatti illustri precedenti, sulle sacre orme di San Beppe, Matteo di Firenze si accinge a realizzare i suoi due miracoli:
- Vincere il Referendum per la modifica della Costituzione.
- Portare ad un segno positivo l’economia del nostro paese
Se vi riuscirà, San Matteo di Firenze otterrà certamente l’imprimatur ecclesiastico e potrà assurgere al Regno dei Cieli della politica italiana, ora et semper, nei decenni a venire…
E’ proprio vero: siamo un popolo di Santi, Poeti e Navigatori (con l’eccezione di qualche politico pirla, che però non fa primavera…magari fa solo un po’ incazzare…)