


News
DONNE DU DU DU di Pietro Vanessi & Lucilla Masini
Sabato 26 novembre • ore 19, Pietro Vanessi & Lucilla Masini presentano: "Donne...
Satirichinson
E' uscito il libro SATIRICHINSON di Mario Airaghi con la saga dei personaggi dalle...
L'Italia in satira, dagli anni '70 ai giorni nostri - Roma - Luglio 2016
Per tutto il mese di Luglio si terrà presso la Biblioteca Marconi di...
Concorso internazionale di satira disegnata a partecipazione gratuita.
Concorso internazionale di satira disegnata a partecipazione gratuita. BANDO DI CONCORSO...


Di Maio e Di Battista:"la sintassi è un optional"...
Pubblicato sabato 10 settembre 2016 alle 07:57:09 - By Roberto Mangosi
Vignetta di Roberto Mangosi
Luigi di Maio dei Cinquestelle ha una certa difficoltà non solo coi congiuntivi, ma anche con la sintassi della nostra bella lingua italiana, non riuscendo a decifrare il significato di un periodare abbastanza semplice, come recentemente ha dimostrato con l’ormai famosa “mail non capita” che diventerà certamente “un caso di studio”.
Alessandro Di Battista ha un rapporto difficile coi congiuntivi. L'ultimo scivolone si è registrato a Piazza Pulita, su La7. Parlando con Gennaro Migliore, deputato del Pd, il 5 Stelle si è lasciato scappare un "Lei non mi interrompi". Richiama alla memoria il celebre Ugo Fantozzi di Paolo Villaggio, ricordate?: “Mi dichi, ragionier Filini..."
E questi due belli spiriti hanno l’ambizione di prendere in mano le redini del paese e rappresentarci all’estero Ma ve l’immagine Di Maio a colloquio con i leader europei che deve essere assistito da un collaboratore che gli spieghi il significato delle mail di Angela Merkel o del Presidente Obama…
O un esperto linguista che spieghi a Di Battista la differenza tra il congiuntivo e la congiuntivite, che non è l’insieme dei congiuntivi che si sono riuniti apposta per danneggiare lui e il movimento dei Grillini.
Certo, vi chiederete se, per un personaggio politico di primo piano, la sintassi non sia un problema del tutto insignificante.
Ciò che conta è che abbia una buona conoscenza di macroeconomia, conosca a fondo la politica estera, le complesse relazioni tra gli stati, i problemi interni di una società composita, la situazione della giustizia, le dinamiche che regolano la macchina dello stato, la burocrazia, i rapporti tra le classi sociali, e tutta la problematica sindacale, che, poi, prima di entrare in politica, abbia dato buona prova di sé nella vita civile, abbia avuto successo nella sua professione, abbia costruito qualcosa di utile per se stesso e per la collettività…
Poi vi chiederete anche …
No, a pensarci bene, forse è meglio che non vi chiediate niente di niente…