Quotidiano Multimediale Interattivo di Satira politica e di costume. Registrazione Tribunale di Rimini N.4 del 20 maggio 2014. Direttore responsabile: Romano Garofalo - sabato 19 aprile 2025
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Sab Ras “Tutti i sensi”

Pubblicato lunedì 26 maggio 2014 alle 17:28:51 - By Jorge Canifa Alves

 

Questo usignolo del giardino della libertà
 riuscì a sfuggire alla rete dell'esistenza per 
volare ad abitare nei campi ampi del nulla.
(Dard)
 
Il rumore fu improvvisamente rotto da una raffica di puro silenzio. Tremai di paura ma con la speranza che mi sarei risvegliata il mattino seguente nel pieno del rumore, della vita. Non fu così. Da allora il muro del silenzio ha cancellato i confini del mondo ed io sono stata sempre più schiacciata dalla sua ombra imponente.
 
Accadde tutto in una mattina di fine estate quando mi svegliai e gli aquiloni di Sciah toccarono la mia anima per darmi il buongiorno. 
 
 
 
 
Avevo il letto sotto la finestra, mi sarebbe bastato alzare la testa per rispondergli con un sorriso. Ed invece risposi, poco dopo, con abbondanti e silenziose lacrime di dolore.
 
Nella notte Dev, l'orco, sgambettato dai miei stessi sogni che volevano ribellarsi al terrore che egli creava nella via anima infantile, era caduto... Fin dentro la realtà!
 
Sentii lo schianto alzando la testa e vidi, immediatamente, il rosso allargarsi sulla maglia color sabbia di Sciah. Gli occhi di Sciah infissi nei miei. I miei infissi nell'orrore. E mentre tutti si davano alla fuga abbandonando ceste di frutta e panieri di uova e una gallina,  quasi sull'orlo della decapitazione, ritrovava la clemenza del carnefice che abbandonava tutto e si dava alla fuga anch'egli, i due aquiloni colorati presero sotto braccio la libertà e... Nessuno li ha più visti da queste parti. Quel giorno uccisero Sciah, il mio unico amore. Ed io sono rimasta sola dentro i confini del Qaf. Quel giorno morì pure Najmu'n-Nisã, ossia io.
 
Allontanati da quella finestra, sentii la voce di mia madre graffiare un remoto angolo del mio udito. Percepii la sua presenza accanto a me poco prima che una forza brutale mi strappasse dallo schermo che dava sulla cruda realtà e mi scagliasse nella realtà più crudele. Quel rosso che fu causa del mio primo dolore, non contento, fu causa, anche, del mio secondo dolore e lasciò, già dalla notte che precedeva quel giorno infausto, un segno indelebile nel mio destino che scoprii essere donna... Allora non capii. Vidi solo rapidi gesti di mia madre, come volesse nascondere qualcosa. Non ero stata io ad uccidere Sciah, gridavo, eppure gli atteggiamenti di mia madre mi chiamarono in causa. Non ero stata io! No, no, no. Perché dovevo vergognarmi e coprirmi il volto come una criminale? Quel rosso sul lenzuolo... Forse mi ero ferita accostandomi al vetro scheggiato, forse... Silenzio, intimava mia madre e qualche ceffone mi giunse sul cuore! Comportati da donna ora che lo sei!!
 
E poi fu davvero silenzio per giorni, dentro e intorno a me, mentre fuori impazzava la follia degli uomini, e altri giovani Sciah morivano e gli aquiloni bruciavano e i confini del Qaf si stringevano minacciosi intorno a tutti, ma io tutto questo lo venni a sapere molto tempo dopo quando, una sera, mia madre, avvolta nella sua veste nera, sollevò il velo che mi proteggeva silenziosamente dallo sguardo degli altri e mi raccontò, in gran segreto tutto su quella sporca guerra. E nel farlo mi conficcò un pugnale nel petto. Hai quindici anni, sei già in età da marito... Il mese prossimo ti sposi con Mirza Qalandar. È volontà di tuo padre. Non osai neppure chiedere chi fosse questo sconosciuto, tanto ero donna e come  tale ero invisibile e dovevo accettare il destino voluto da altri per me.
 
Quella notte vidi Sciah per l'ultima volta. Fluttuava lieve nel cielo insieme ai nostri due aquiloni a cui aveva dato nome Amore e Libertà... Intanto fischiarono altri missili sopra la mia testa ma io pur sentendoli non potevo sentirli, pur vedendoli non potevo vederli, pur tremando di paura non potevo fuggirli. Incatenata al destino di essere nata donna.
 
Ora è giunto il tempo di fare due chiacchiere con il destino. No, non mi interessa parlare con il destino. Io voglio solo amare chi veramente mi ha amata, nel pieno della mia vita, della mia libertà... Voglio la mia libertà... Voglio... Sciah, guardami Amore mio! Sono passati due anni da quel triste mattino di sangue ma non ti ho dimenticato mai e... E ora... Guarda! ho costruito con le mie mani quest'aquilone come mi hai insegnato tu e con questo io ti raggiungerò, sai!. C'è un po' di gente laggiù che mi guarda e mi giudica pur non essendo giudice. 
 
Guardate, quella sul tetto no è Najmu'n-Nisã la promessa sposa di Mirza Qalandar? Cosa vorrà mai fare? Vuole buttarsi giù... Sacrilegio si è tolta il velo! Lapidiamola! Sììì, lapidiamola... Dio, che vergogna... Si è buttata.
 
Amore mio sto arrivando, apri le tue bracc... 
 
Sarà morta? Speriamo di sì... Almeno la sua famiglia non sarà macchiata della sua vergogna... Sento le voci di tutti lontano, sempre più lontano. Il silenzio! Non l'ho mai amato così tanto. Sto morendo... Aah, aaah... Finalmente libera! 
 
 

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