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La cena del Brambilla…
Pubblicato giovedì 13 febbraio 2014 alle 20:24:19 - By Romano Garofalo
Vignetta di Roberto Mangosi
Nella puntata “Il sovversivo” di Piazza pulita, l’inviato della trasmissione, l’ottimo Alessandro Sortino, mette a confronto un gruppo di operai della Seves, ditta di mattoni in vetro della provincia di Firenze, giustamente angosciati per la perdita del posto di lavoro, e cinque o sei industrialotti brianzoli, quelli che, una volta, venivano definiti “padroncini”.
Costoro, in un noto ristorante della zona, discettano amabilmente dei problemi del paese, interrotti a più riprese dal proprietario del locale che, tra una discussione e l’altra, arriva con pietanze prelibate, annaffiate con un buon vino d’annata.
La cena inizia con un “pezzo comico”: uno dei commensali esordisce dicendo che “l’evasione fiscale in Italia non esiste: è un’ invenzione della politica”. Ricorda un po’ certi figuri del passato che, senza vergogna, affermavano in Tv che “la Mafia non esiste”. Quando numerosi e autorevoli commentatori affermano che siamo uno dei paesi più corrotti del mondo, con un tasso di corruzione che, tradotto in termini monetari, supera il 50% dell’insieme di tutti gli altri paesi europei, definire quest’affermazione comica è a dir poco riduttivo.
A questo brillante esordio fa seguito la tesi di un altro industrialotto, un tipo dalla faccia grassoccia e rubiconda, da prete di campagna d’altri tempi, che pensa di risolvere i problemi sindacali prendendo letteralmente a calci nel sedere l’operaio che sciopera . Ha poi aggiunto che, per permettere alle loro aziende di essere competitive, è necessario che gli operai si autoriducano lo stipendio fino alla bella cifra di 700 euro al mese. “Certo, 700 euro al mese non sono tante, ma l’operaio fino ad ora ha vissuto al di sopra delle proprie possibilità ,ed è ora che faccia qualche sacrificio”.
Ma ecco che arriva il ristoratore: “ ti porto le pappardelle con ragù di pasta di salame…e a te una tartara di tonno crudo…ed ecco il vino dell’ Alto Adige: un Sauvignon leggermente affumicato…” E mentre si svolge la cena, Alessandro Sortino inquadra più volte gli operai che guardano questi amabili signori quasi con le lacrime agli occhi: non sai se per “umana partecipazione” ai loro problemi, oppure perché non sanno se “domani mangeranno anche loro”…magari qualcosa di meno raffinato, va bene lo stesso…
La cena si consuma su questa traccia fino a quando si arriva alla loro intenzione di voto: tutti i partecipanti confermano che, da ex berlusconiani, ora voteranno per Matteo Renzi. Sembra che Matteo Renzi quando lo ha saputo, ha fatto gli scongiuri, appellandosi ai santi protettori di Firenze. Infine, la cena di questa bella compagnia si conclude con il più classico dei brindisi, calici alzati e, per non smentirsi, non brindano agli operai licenziati, ma “A NOI”, cioè a loro…(r.g.)