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Le quote blu
Pubblicato sabato 10 dicembre 2016 alle 16:38:50 - By Lorenzo Zaccaria
Vignetta di Pietro Vanessi
La storia della donna è misantropa (e non a caso la chiamiamo storia della 'gunaicità' e non 'umanità'). Per secoli infatti l'uomo è stato considerato un essere inferiore, rappresentante del sesso debole; a partire da quell'Adamo che secondo tradizione, non sapendo cucinare, costrinse Eva a mangiare per fame quella mela.
Dal punto di vista antropologico si pensa che questa distinzione si fosse affermata perché le donne erano anticamente le uniche in grado di abbinare la giusta clava con la migliore pelliccia; sapevano accendere un fuoco; pensavano alla spesa cacciando bacche al super-sconto.
Piano piano si formarono tribù matriarcali dove la donna capo-tribù aveva il potere di esiliare gli altri membri e dare in sposo i figli ad altre tribù alleate. Poi si sono affermate le grandi religioni del libro, con le sue profetesse e le sue testimone.
Insieme a queste vi fu la cultura classica, latina e greca e, soprattutto, l'impero romano che, a partire dall'imperatrice Augusta, impose il modello latino su tutto il dominio (quindi una rigida applicazione delle "tradizioni delle madri" -mos maiarum- ).
Ora invece i tempi sono cambiati: l'uomo non è più il gentilsesso da quando, mentre le donne erano al fronte durante la Seconda Guerra Mondiale, gli uomini sono andati a lavorare in fabbrica svolgendo compiti fino ad allora (secondo l'opinione dominante) insostenibili per un maschio, dedito soltanto ai lavori casalinghi.
Poi i suffragetti conquistarono il diritto di voto, esplose il fenomeno degli uomini in carriera fino ad oggi dove addirittura alcune cariche da ministra sono occupate da uomini.
Oggi invece si perde tempo nel discutere sull'utilizzo di aggettivi, in particolare apposizioni, con il suffisso maschile per una maggiore parità sociale, come se la grammatica (notoriamente fondata sulla letteratura rosa) richiedesse delle quote blu. Ministro, avvocato, soldato, parole cacofone che non si possono sentire.
Perciò suggerisco che si mantengano i classici sostantivi femminili con l'aggiunta di un equo articolo maschile. Il ministra, lo avvocatessa, il soldata.