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“L’Affaire” Nunzia De Girolamo
Pubblicato sabato 18 gennaio 2014 alle 09:58:26 - By Romano Garofalo
Se fosse vero e documentato quanto scrive il settimanale Espresso (e quanto sta emergendo in questi giorni) che testualmente citiamo, e cioè il sistema di potere della coppia delle larghe intese De Girolamo-Boccia, fondato sull'asse Sannio-Puglia.
“Amici di vecchia data senza laurea, ex fidanzati, vecchi assistenti universitari del marito, generali indagati per l'inchiesta P4, politici del Pd trombati alle elezioni: sono una dozzina i contratti che il ministro Nunzia De Girolamo ha fatto avere al ministero delle Politiche agricole, tutti incarichi finiti al gruppo di collaboratori di Benevento o ad alcuni fedelissimi di Francesco Boccia, deputato Pd consorte della De Girolamo” .
L’episodio non solo sarebbe grave in sé, ma soprattutto perché rappresenta un “sistema” su cui si è retto il malaffare politico, almeno negli ultimi trent’anni, dai tempi dei rampanti socialisti e della “Milano da bere”. Già in quel periodo i partiti stavano occupando tutti gli spazi della società civile per cui, per fare qualsiasi lavoro, era necessario appartenere a qualche “parrocchia” ed essere “amico di un amico” a sua volta “amico di un altro amico” e tutti insieme costituire una “allegra brigata”. L’episodio sarebbe grave perché, in questo modo, si è “drogata” l’economia, si è favorita l’ascesa di una classe manageriale di mediocri e di incompetenti, preoccupati solo di “mantenere la posizione” e di non lasciare spazio a giovani brillanti e preparati che sono costretti a recarsi all’estero, ed è sotto gli occhi di tutti, per avere riconosciuta la propria professionalità.
Insomma, questo “sistema” è responsabile, anche se non unico, di tutti i problemi che questo Paese si trova ad affrontare. Ora tutti si affannano a dire che l’episodio non ha rilievi penali. Noi siamo degli umoristi, cioè dei “cialtroni dello sberleffo” per cui non abbiamo competenze per dare una risposta a riguardo. Abbiamo pertanto consultato un insigne giurista che non si è espresso in merito al singolo caso, ma ha fatto una enunciazione di principio. Secondo lui, la giurisprudenza non è univoca, per cui ad una possibile detenzione carceraria ha proposto alcune pene alternative:
• Il responsabile di questo tipo di reato dovrebbe essere costretto a recarsi sulla “curva Interista”, durante lo svolgimento di un derby calcistico e, percuotendo ritmicamente un tamburo, urlare a squarcia- gola: “FORZA MILAAAAN”. Se sopravvive, lo aspettano altre due prove.
• Dovrebbe tentare, al velodromo Vigorelli di Milano, di battere il record dell’ora, a piedi, inseguito da un feroce pitbull, senza sapere se ce l’ha con lui, oppure sta tentando la stessa impegnativa impresa.
• Infine, se sopravvive anche a questa prova, dovrebbe essere inserito in una gabbia per tenere un corso di educazione sessuale a un gorilla di montagna arrapato, che non scopa da due anni, e spiegargli che, prima di entrare in intimità è necessario conoscersi un po’ meglio.
Qualora, poi, preferisca alle pene alternative la detenzione in carcere, l’amministrazione penitenziaria dovrà assicurare che farà quanto è nelle sue possibilità per andare incontro alla richiesta.