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Cari giudici…

Pubblicato lunedì 12 maggio 2014 alle 19:29:29 - By Romano Garofalo

 

 

Vignetta di Marco Vuchich

 

Cari giudici,
 
in un paese ad alto tasso di corruzione come l’Italia, riconosciamo che la vostra azione moralizzatrice è da considerarsi altamente meritoria. Certamente, come la recente cronaca ci ha insegnato, la vostra azione di contrasto alla criminalità è, in qualche modo, agevolata quando la magistratura gode dell’appoggio e della considerazione di noi, opinione pubblica. 
 
Ora, noi, opinione pubblica,
 
il trattamento di favore riservato a Silvio Berlusconi, non l’abbiamo proprio capito. Ad un condannato a quattro anni in via definitiva per frode fiscale è stata sostanzialmente riconosciuta “l’agibilità politica”, questo curioso neologismo che significa che viene riconosciuto all’ex presidente del Consiglio la possibilità di “fare politica”, fino al punto di diventare l’ago della bilancia dell’attuale situazione del paese e di partecipare attivamente alla ridefinizione della Carta costituzionale.
 
Ora noi, opinione pubblica, 
 
cari giudici, riusciamo a capire e a condividere che a Silvio Berlusconi sia stata risparmiata l’onta del carcere perché non auspichiamo la galera per nessuno, tantomeno per l’ex premier a cui auguriamo una vita lunga e felice, e tanti bunga bunga in una delle sue splendide ville, libero ed affrancato da qualsiasi pendenza giudiziaria, chiediamo solo, a piccolo risarcimento, che esca dalla vita politica e si porti con se nel suo “buen retiro” i vari Brunetta, Gelmini, Santanchè, Biancofiore, Bernini, Capezzone , Carfagna, Brambilla, Ravetto , Mussolini ecc.
 
Noi, cari giudici, 
 
abbiamo anche potuto capire che gli abbiate concesso un percorso di redenzione attraverso i servizi sociali, piuttosto che confinarlo ai domiciliari. L’unica modesta restrizione che gli avete imposto, e ci sembra giusto, è stata quella di non attaccare ed insultare la magistratura. Restrizione tutt’altro che osservata perché l’ex presidente in ogni dichiarazione pubblica e in ogni apparizione televisiva se n’è  altamente infischiato, sbeffeggiandovi a piacere, e sembra anche che, a giudicare dalle reazioni, non ve ne siate proprio accorti…
 
Ma quello che noi, opinione pubblica, 
 
non riusciamo assolutamente a capire, cari giudici, è la pena inflitta di quattro ore settimanali per assistenza agli anziani nella casa di riposo di Cesano Boscone. Vi rendete conto che, su questa ridicola pena sta sghignazzando tutta Europa, e non solo? Non pensate di aver recato grave danno  alla magistratura che rappresentate e all’intero paese  che, all’estero, viene visto, ancora una volta, come il “Paese delle banane”?
 
E la cosa non finisce neppure qui perché…
 
- Marcello Dell’Utri, dal Libano, ha fatto sapere, con un messaggio nel più puro stile mafioso (a suocera perché nuora intenda…) che, se rientra in Italia, si aspetta anche lui eguale trattamento di affidamento ai servizi sociali.
 
- L’ex ministro Scajola, sull’onda di siffatto esempio, dopo le immancabili e scontate professioni d’innocenza, è anche lui pronto a chiedere l’affidamento ai servizi sociali in una struttura che permetta una “vista Colosseo”. O, in alternativa, chiede che tutto venga archiviato perché il fatto non sussiste o, se sussiste, è avvenuto a sua insaputa...
 
Vignetta di Mario Airaghi
 
- Sembra che perfino Totò Riina, per par condicio, sia in procinto di chiedere l’affidamento ai servizi sociali di Cosa nostra: non sappiamo con precisione in cosa consistano, ma ci risulta offrano un percorso di rieducazione dei pentiti di Mafia affinché ritornino nel materno alveo della onorata società.
 
Infine ci risulta sia nata un’associazione per la revisione dei processi degli ergastolani che permetta di scontare il residuo di pena in affidamento ai servizi sociali.
 
Insomma, cari giudici, noi vogliamo continuare ad accordarvi la nostra fiducia, ma non riusciamo a capire…perché non ce lo spiegate?(r.g.)
 

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