News
DONNE DU DU DU di Pietro Vanessi & Lucilla Masini
Sabato 26 novembre • ore 19, Pietro Vanessi & Lucilla Masini presentano: "Donne...
Satirichinson
E' uscito il libro SATIRICHINSON di Mario Airaghi con la saga dei personaggi dalle...
L'Italia in satira, dagli anni '70 ai giorni nostri - Roma - Luglio 2016
Per tutto il mese di Luglio si terrà presso la Biblioteca Marconi di...
Concorso internazionale di satira disegnata a partecipazione gratuita.
Concorso internazionale di satira disegnata a partecipazione gratuita. BANDO DI CONCORSO...
Speciale secessione veneta
Pubblicato giovedì 03 aprile 2014 alle 19:58:04 - By Romano Garofalo
Vignetta di Mario Airaghi
Una ventina di anni fa nasceva un nuovo partito politico “La Lega Nord”, capitanata da un giovane e ruspante Umberto Bossi. Si proponeva di realizzare l’indipendenza di una fantomatica realtà territoriale, a nome Padania, oppure una forma di federalismo: oscillava tra l’una e l’altra cosa, secondo le convenienze e le possibilità del momento.
Tra minacce di mettere mano ai fucili, cappi esibiti in Parlamento, mortadelle, pesci e prodotti ittici vari, raduni simili a carnevalate, sulla riva del fiume Po, facendo anche da stampella ai vari governi Berlusconi, la Lega, nel corso di venti anni, non ha ottenuto “assolutamente niente”. Se guardiamo ai risultati possiamo dire che questo movimento NON E’ STATO UNA COSA SERIA.
Sul solco tracciato dalle idee della Lega, nel 1997 un gruppo di “indipendentisti veneti”, definiti dalla stampa “I Serenissimi”, con l’aiuto di uno sgangherato carro armato del tutto artigianale, occupò Piazza San Marco, ascese sul campanile della basilica inneggiando all’indipendenza della Repubblica Veneta. Risultato: tutti arrestati, e qualcuno finì anche in galera. Possiamo sicuramente affermare che abbiamo assistito ad una INSURREZIONE PER NIENTE SERIA.
Vignetta di Luigi Alfieri - Vadelfio
Ed ora assistiamo ad un nuovo tentativo di proclamare l’indipendenza della Repubblica Veneta. Una truppa d’assalto costituita da un piccolo gruppo di strampalati rivoluzionari. Armamento: un trattore trasformato in un rudimentale carro armato, provvisto di cannoncino funzionante.
Con questa formidabile forza d’urto, vicino alla quale l’armata Brancaleone potrebbe definirsi un reparto ben organizzato ed equipaggiato dell’esercito prussiano, gli indipendentisti veneti pensavano di tener testa all’esercito italiano che il governo avrebbe necessariamente messo in campo per difendere l’unità del Paese. I congiurati ritenevano anche che avrebbero avuto un grande seguito popolare. VI PARE UNA COSA SERIA?
Vignetta di Roberto Mangosi
Eppure qualcosa di serio c’è, e non va sottovalutato: ed è che gli italiani, da nord a sud, trasversalmente, stanno male, e sono incazzatissimi, pronti a dar ascolto a qualsiasi “cialtrone” prometta loro una possibile via d’uscita. Le forze messe in campo da questi rivoluzionari della domenica, è da “burletta”, ma il malessere è reale, e se non vogliamo che “serva il passaporto” per passare da una regione italiana all’altra, la politica deve dare una risposta a questo malessere.(r.g.)