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Breve dialogo tra il ragionier Ugo Fantozzi e la Procrastinazione
Pubblicato martedì 12 aprile 2016 alle 21:20:51 - By Lorenzo Zaccaria
Vignetta di Giulio Laurenzi
Il giovane che va a cercare fortuna all'estero, quello che lotta per un futuro migliore con un sogno, oppure l'intellettuale impegnato che contrasta mafiosi, fascisti e gentaglia del genere, tutti questi dove sono finiti?
Sarà davvero finito con il crollo del muro di Berlino il tempo delle ideologie, ma sembra quasi che assieme a quello siano terminate le idee. Tutti chiusi nel nostro mondo dove la rivendicazione politica dei propri diritti è stata sostituita dalla più importante cura del proprio profilo Twitter.
Potremmo dire che oggi la nostra dea è la Procrastinazione: il pigro desiderio di rimandare tutto quanto magari nella speranza che si risolva da sé. Davanti a questa diventiamo tutti come il ragionier Ugo Fantozzi con il duca conte Barambani. Tutti passivi e svogliati di fronte a ciò che ci ostacola.
- Fantocci! L'ho fatta chiamare perché ho sentito che oggi lei ha fatto qualcosa che avrebbe potuto benissimo fare domani. Spero che abbi una scusa valida per ciò!
- Mi scusi Santità, ma ho pensato che potesse essere più proficuo per l'azienda...
- Male, mio caro inferiore, molto male. Ricorda, quello che potrebbe fare oggi lo facci sempre domani.
- Quanto è saggia lei! Molto saggia sa?! Ora me lo scrivo così non lo dimentico.
- Ma cosa fa Fantocci! Lo scrivi domani!
Chiaramente non è bello generalizzare in questo modo, lo ammetto, però l'evidenza rende faticosa tale distinzione, e so anche bene che, più che fare la paternale alla società, sarebbe meglio rimboccarsi le maniche ma...
...oh, che bello qualcuno mi ha inviato un Tweet!