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Io sono Charlie

Pubblicato domenica 18 gennaio 2015 alle 16:24:27 - By Jorge Canifa Alves

satira

Vignetta di Roberto Mangosi

 

 

Quando Ahmed aprì non riusciva né a vedere né a sentire. Un rosso sangue gli annebbiava la vista, mentre un rumore assordante gli rimbombava in testa. Il suo corpo vibrava di strane e opposte sensazioni dove con velocità impressionante si alternavano i sensi di potere, gioia, pericolo, passione, vittoria, sconfitta, ricchezza interiore, compassione, calore e... espulsione dal mondo.
Tutto in una frazione di secondo... poi lentamente cominciò a mettere tutto a fuoco e a distinguere il silenzio dal rumore, dalle voci che lo chiamavano per nome.
- Ahmed!
- Ahmed! ci senti? Ahmed!!!
- Dài apri gli occhi!
- Ecco si è mosso, si sta riprendendo! Finalmente!
- Cosa mi è successo? Che confusione!!! Mi scoppia la testa!
- Tranquillo, è solo una sensazione. Oramai è passato.

 

   Aveva avuto un incubo pazzesco. Due uomini vestiti di nero sparavano con una cattiveria impressionante! Sembravano sotto effetto di qualche droga... gli hanno sparato... lui era caduto in terra, e allora aveva alzato la mano e chiesto... cosa? Non ricordava quello che era accaduto dopo aver alzato la mano... ma...
-  Perché è tutto così rosso qua? E "qua" dov'è?
- Ahmed... ecco... tu non sei più vivo. Ti hanno sparato in testa!
  Charb il solito simpaticone! Cosa ci faceva lì?
- Ti facciamo compagnia, mio caro!
   Elsa! C'era anche Elsa e... ora riusciva a distinguere anche altre persone: Cabu, Georges, Tignous, Zio Bernard, Honoré, Mustapha, Michel, Frédéric e Frank... Tutti in quello strano ospedale tutto rosso. Ma la cosa più strana era che conosceva perfettamente i loro nomi, le loro storie, come quelle di tutto il mondo. E conosceva anche quella musica che si era andato sostituendo al rumore assordante di un attimo prima e voltò improvvisamente la testa. Poco lontano da loro c'era un uomo seduto a bordo strada che suonava una chitarra inesistente... Un sogno, non poteva che essere un sogno! comunque meglio dell'incubo da cui era appena uscito dove...
- Guagliò chist nun è nu suon, stong a sunà na chitarra ca nun esist pecché a mia m'ann appena futtut... e tu nu stai rint o' spitale... Si muort, to vuo' metr rint a sta capa?

 

   Fu un attimo di sconcerto. Ahmed cercò di collegare il pensiero alla vita, ma non ci riuscì. Se Pino era lì e lui capiva il suo idioma perfettamente, beh allora era vero che era morto. E in quel preciso istante si ritrovò commesso con la morte.


   
Il passaggio nell'altra dimensione non era semplice, spiegò loro Pino. Prima di lasciare completamente la vita terrena dovevano compiere due missioni: salvare una vita dalla morte e tramandare questa delle "due missioni" ad un nuovo arrivato. Tutto questo dopo aver accettato pienamente l'idea di essere trapassato. E guardò Ahmed e gli disse che lui era la sua missione... se non riusciva a convincerlo della realtà dei fatti avrebbe fallito la missione e sarebbe rimasto imprigionato in quella dimensione tra la vita e la morte... un limbo dove le peggiori sensazioni fisiche si sarebbero cuciti addosso a quella sua anima fino ad distruggerla completamente:
- Si muort e... quanno chiove l'aria adda cagnà?
   Ci fu un attimo di silenzio, poi improvvisamente Honoré si alzò e fissando il nulla disse:
- Je suis Charlie!

 

satira

Vignetta di Pierfrancesco Uva

 


C'è una bambina in Mozambico che sta dicendo questa frase da qualche minuto... forse chiede il mio aiuto? Devo andare.
   Anche gli altri cominciarono a sentire la frase ma non era pronunciata dalla stessa bambina, ma da voci provenienti da diverse parti del mondo. Pino aggiunse che quello era il momento in cui prendevano coscienza della loro morte, sentivano il mondo intero intorno a loro. Charlie era diventato in pochi istanti un super eroe a cui tutti gli amanti della libertà di rivolgevano come i marveliani si rivolgevano a Superman a Spiderman, con la differenza che Charlie era reale, non era la creazione di una matita, anzi era la Matita stessa!
Tignous fu attratto dalla voce di un giovane nascosto dentro un cartone: "Je suis Charlie". Vide che era in pericolo, due uomini armati stavano per scoprirlo. Tignous doveva correre e renderlo invisibile agli occhi di quei due orchi.
Tutti aveva seguito la propria richiesta di aiuto. Solo Cabu, Charb, Georges e Ahmed erano rimasti in ascolto del mondo intero, di quel "Je suis Charlie" che si alzava anche oltre le barriere religiose dei popoli. La libertà di espressione non poteva avere confini. Quello che era successo loro aveva scosso il mondo intero perché non si può soffocare la libertà di parola, di scrittura, di pittura... la satira può essere tagliente e far male ma se non la accetti sei un miserrimo, una persona di poco conto e per di più vigliacca se usi armi di morte per censurare, per vendicarti, per farti sentire. Il mondo si era accorto di questo, nessuna paura di quegli orchi, solo condanne da tutte le parti perché avevano ucciso senza pietà delle persone indifese, macchiando di sangue il nome della loro fede, tagliate le gambe al loro dio piuttosto che spezzate le matite degli "infedeli".

 

Di questo si erano resi conto i quattro che rimasti soli si erano messi in cammino per la città parigina insieme a Pino e alla sua inseparabile chitarra inesistente. Ovunque si parlava di loro. Ovunque si parlava di libertà. Ovunque vedevano nei volti della gente non paura, non vendetta bensì il desiderio di cambiamento, di speranza per il futuro.
Improvvisamente Ahmed si fermò davanti ad una vetrina. Dentro un megaschermo trasmetteva delle immagini familiari. La scena si ripeteva all'infinito. Due assassini si avvicinano ad un uomo mentre, ferito in terra, chiede pietà... gli sparano a bruciapelo in testa!
Ahmed rimase turbato... la sua condizione di "sospeso nel Limbo" glielo permetteva.
Dopo qualche istante freddo ed eterno, Ahmed guardò gli altri e disse:
- Io non sono Charlie! Io sono Ahmed! Io non ho fatto  niente per meritarmi l'onore di essere un supereroe... Ovunque la gente di tutto il mondo grida il nome di Charlie, giusto che sia così!, ma nessuno grida quello di Ahmed! Nessuno chiede il mio aiuto!
- Neanche io sono Charlie! Sono Charb... e sono Charlie! Georges, tu sei Georges come Cabu è Cabu! Ma sono anche Charlie... perché il nostro destino è legato insieme oramai dalle stesse catene della sorte! Noi siamo Charlie, l'ideale di libertà contro ogni oppressione, tirannia, schiavitù... Tu fai parte del nostro tragico destino... tu fai parte di noi!

 

- Io sono diverso!
- Tu sei Ahmed! Tu sei Charlie... e vedrai che presto anche tra di loro uscirà fuori il tuo nome!
- Non penso che... "Je suis Charlie"... ho sentito chiaramente una richiesta di aiuto rivolto a me... Proviene da un ebreo... Non posso trattenermi devo correre a salvargli la vita.
- Charb! chiamano anche me! Stesso luogo, un supermercato, qui vicino... ma è un musulmano! devo correre anche io!
- Vengo con voi... chiamano anche me!
   In un istante si erano dileguati tutti... Solo Georges era rimasto senza "anima da salvare".
- Sono rimasto solo! E sono fiducioso... e come dici tu: " In questo mare naviga la speranza è il mondo che verrà , ma non si torna indietro"... vai maestro attacca con la tua chitarra... aspetta! chiamano anche me, dallo stesso supermercato... io vado, tu non smettere di suonare.

 

Je suis Ahmed! Je suis Juif! Je sui Charb! Je suis Frank! Je suis Clarissa! Je suis...
Nous sommes tous Charlie!
Ahmed e tutti gli altri avevano in attesa della seconda missione si ritrovarono tutti, sospesi a mezz'aria, tra le braccia della Marianne e si godevano il fiume di gente che quella domenica si era data appuntamento nelle piazze di Parigi e di tutto il mondo per salutare e ringraziare i loro eroi.
- Se Pino fosse ancora qui con noi avrebbe cantato: "aneme e core"...
- "Portami via perché ho voglia di ricominciare senza farmi più condizionare"... grande Maestro!
- C'è ancora un barlume di speranza per l'umanità!
- Charlie, un'altra artista è appena finita in questo limbo! Chi se la sente di andare a Rocca di Papa?
- Che domande, Mustapha! Di chi erano tutte le donne del mondo? Bene, che ci vada Georges!
- Farò questo sacrificio... Anita, arrivo!!!

 

Jorge Canifa Alves

 

satira

Vignetta di Giulio Laurenzi

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