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L'Italia in satira, dagli anni '70 ai giorni nostri - Roma - Luglio 2016
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Vivere “a propria insaputa”
Pubblicato mercoledì 29 gennaio 2014 alle 12:19:54 - By Romano Garofalo
Vignetta di Franco Stivali
Gli stranieri fanno, assai spesso, grande fatica a “capirci”, e anche a noi per dirla tutta, non è che ci vada meglio. Altrimenti non si comprenderebbe perché abbiamo sopportato e continuiamo a sopportare quanto ci sta accadendo, giorno per giorno. A meno che non ci abbiano governato “a nostra insaputa”. Potrebbe essere una buona risposta: spesso le vignette di un umorista sintetizzano e riassumono una situazione molto più di cento parole.
- I politici acquistano o ristrutturano casa senza cacciare l’equivalente in denaro e “a loro insaputa” (Claudio Scajola e Umberto Bossi).
- Gli amici e gli amici degli amici ottengono posti pubblici, prebende, bar in affitto ecc., “a loro insaputa” (Nunzia de Girolamo and Co.).
- I responsabili delle casse dei partiti rimpinguano i loro conti personali “a loro insaputa” (Franco Fiorito).
…e potremmo continuare. In fondo, vivere “a nostra insaputa” è estremamente comodo perché evita di assumerci responsabilità e, in Italia, sembra assolutamente uno sport nazionale.
L’unica nostra scusante è che forse “il sistema” non riguarda solo il nostro paese, ma ha radici antiche. Adamo, il nostro progenitore, ha mangiato la famosa mela “a sua insaputa”. A sua scusante, il fatto che non sapeva che qualcuno si sarebbe così incazzato per una semplice mela…ma se hanno perdonato lui, forse molti pensano che“ ci possiamo perdonare anche noi”.(r.g.)